RICOVERO "IGOR CRASSO"
Testo di "Fabrix" - Web/Foto "PaMa"

Monti:
Prealpi Giugliei
Partenza:
Stolvizza -600 m slm
Carta Tabacco:
27
Arrivo:
Ricovero IGOR CRASSO - 1665 m slm
Sentieri:
CAI 643
Dislivello max:
1065 m
Difficoltà
Medio bassa
Note percorrenza:
3 ore salita - 2 ore discesa
Periodo:
24 aprile 2006

Partecipanti:
Andrea, Fabrizio, Gigi e Paolo



Percorriamo la Val Resia raggiungendo il piccolo paese di Stolvizza dove lasciamo la vettura.



Prendiamo a destra una stradina asfaltata che con alcuni tornanti risale bruscamente il pendio. Una grossa cisterna in cemento e poi ancora tornanti, ma più dolci, e finalmente il sentiero 643.

Ci addentriamo nel bosco fresco di primavera, sotto alti abeti regolari su di un percorso ben marcato.
















In breve arriviamo ad un’ampia radura con alcune piccole costruzioni, un bel balcone che da sul Sart e il Canin ancora seminascosti dalle foschie mattutine.
















Già si intravede il ricovero sulla cresta lontana, un po’ sotto ancora qualche lingua di neve, vedremo.
















Continuiamo salendo un leggero pendio poi quasi senza pendenza attraversiamo il fianco del Tanarado, molto sotto di noi il rumore del Rio Laschi che scorre verso il Resia carico dell’acqua del disgelo.









Avanziamo abbastanza spediti tra bosco e radura e ancora casette con evidenti tracce di attività mentre altre diroccate si consumano col tempo. Si ricomincia a salire e con più pendenza essendo ormai sotto la cresta.






















I tornanti si fanno più stretti e con qualche tratto esposto, ma non preoccupante. Risaliamo velocemente il pendio tra le rocce che incominciano ad affiorare sempre più imponenti ed arriviamo all’incrocio con il segnavia 632, l’Alta Via Resiana che percorre tutta la cresta fino al Sart e poi il grande Canin, chissà, forse un giorno.



Ancora pochi minuti ci separano dal ricovero, e infatti dopo alcuni tornanti lo vediamo ancora semi-circondato dalla neve, siamo arrivati.




















Il ricovero è veramente bello ed accogliente e la visuale premia la salita.















Il Cimone in particolare e il vicino Sart ancora prigioniero delle nevi invernali si vedono benissimo.












Seguiamo a vista l’Alta Via che si perde sulla grande cupola del Sart e le nuvole ci consentono uno scorcio del Canin ancora ben imbiancato.












Ci accomodiamo a tavola con ancora nuovi progetti