MONTE LODIN Testo di "Fabrix" - Web/Foto "PaMa"

Monti:
Alpi Carniche Centrali
Partenza:
Casera RAMAZ - 1011 m slm
Carta Tabacco:
9
Arrivo:
Monte LODIN - 2015 m slm
Sentieri:
CAI 457 - 403 - 448
Dislivello max:
1004 m
Difficoltà
Media
Note percorrenza:
3 ore salita
2 ore discesa
Periodo:
3 luglio 2005
Partecipanti:
Armando, Fabrizio, Laura, Paola, Massimo (Pedro)


Questa escursione si sviluppa attraverso un’area molto paesaggistica dove al bosco si alternano conche erbose, pascoli e vere praterie alpine che rendono il percorso vario ed emozionante.

Parcheggiata la vettura presso C.ra Ramaz, raggiungibile da Paularo seguendo le indicazioni per Misincinis e poi a destra per C.ra rifugio Cason di Lanza, ci si incammina lungo il segnavia 457 che si addentra subito in un fitto bosco di grandi faggi.

Il sentiero segue una serie di tornanti che risalgono un ampio costone boscoso alternando tratti con moderata pendenza a brevi falsipiani dove si riprende fiato tra grandi piante di faggio e abete rosso, oltre a varie fioriture nel sottobosco.

 

Giunti a C.ra Ramazalta (1463m) i grandi alberi divengono più radi per lasciare il posto a piante basse e prato ed in seguito, alzandosi ancora di quota, ad un vero e proprio pascolo alpino che ci accompagna fino alla C.ra Lodin alta dove conviene fare una sosta, anche per godersi il bellissimo paesaggio che la circonda.

Si prosegue ora tenendosi sulla destra, aggirando la base del M. Lodin verso ovest, attraverso un comodo sentiero, che in breve guadagna una serie di conche erbose fino a raggiungere quel che rimane di C.ra Lodinut alta (rovine) e quindi seguendo il confine con l’Austria, prima risale una piccola cima senza nome e successivamente sormonta la vetta del. M.Lodin.





Il panorama che si apre dalla cima va dai Tauri, alle Alpi Giulie al Tricorno, una visuale che sicuramente allevia la fatica della salita. Il percorso continua scendendo la cresta del Lodin e oltrepassando il confine austriaco fino ad un’ampia torbiera per poi, com’è successo nel nostro caso, “inventarsi” una deviazione che riporti al segnavia 448.

La deviazione, infatti (tratteggiato nero sulla cartina) non è di facile intuizione portandoci a diverse, ma in ogni caso piacevoli, “uscite” dal tracciato principale, cosa che però ha dato modo di scorgere degli angoli per così dire nascosti di paesaggio molto apprezzabile. Seguendo quindi verso sud-est, si incontrano i segni del sentiero 448, piuttosto vecchi e consumati dalle intemperie (la cartina è indispensabile), che discendendo ancora per prati e bassa vegetazione incontra un tratto di mulattiera appena sopra C.ra Melèdis alta.






In questo caratteristico scorcio rurale alpino facciamo rifornimento d’acqua prima di affrontare l’ultimo tratto di cammino per arrivare alla vettura. Anche qui il sentiero bisogna un po’ cercarlo in quanto non segnalato, in ogni caso si scende dalla casera fino al limitare del bosco e successivamente si segue a sinistra una traccia in mezzo all’erba alta (occhio alle ortiche!!), che pian piano si allarga fino a far riconoscere la sua antica struttura di mulattiera (alcuni massi disposti lungo la traccia).









Nuovamente inoltrato nel fitto bosco, il sentiero ora diviene ben visibile discendendo con ampi tornanti il pendio. Da segnalare un’interruzione del percorso dovuta ad una piccola frana dove e necessario procedere con cautela.









Scendendo ancora si raggiungono i pascoli sopra C.ra Melèdis bassa e da qui la strada asfaltata che riporta al nostro punto di partenza.