Testi “Fabrix”

Web e fotografie “PaMa”

Carta Tabacco

In pubblicazione

26 settembre 2004

Carso triestino — Parco della Val Rosandra

49 — 49a

Vedetta di San Lorenzo (Trieste) - 377 m slm

Pareti “Rose d’Inverno” - 477 m slm

A piacere — Area addestrativa per progressione su vie ferrate

Difficoltà

Periodo

Sentieri

Partenza

Arrivo

Percorrenza

Monti

Fabrizio, Paolo — (Corso escursionismo avanzato—SAF Udine)

100 m

Dislivello max

Medio Bassa

Tutti i passaggi sono ben indicati con i loro nomi tramite scritte sulle rocce, ben visibili sia in salita che in discesa, e dopo ogni passaggio vi è un piccolo terrazzino dove si può ammirare il panorama oltre che scambiarsi commenti e indicazioni sui passaggi effettuati o da effettuare. In effetti si tratta di una vera e propria palestra per le vie ferrate (ma ci sono anche tratti per l’arrampicata o per l’uso della corda doppia), dove si fa pratica e allenamento oltre a divertirsi in quanto, la brevità dei percorsi, consente di ripeterli più volte nel corso della giornata, inoltre la modesta quota della zona permette di usufruirne anche durante i mesi invernali (bora permettendo), quando le ferrate alpine sono impraticabili per la neve.

San Lorenzo (377 m slm), è un piccolo agglomerato di case poco lontano da Basovizza, percorrendo la strada che conduce a S. Antonio in Bosco si giunge ad un piccolo parcheggio panoramico, il nostro punto di partenza. Attraversata la strada si prende un sentiero (segnavia rosso e bianco con numero 1) che percorre il ciglione carsico denominato di Basovizza il quale domina la Val Rosandra  e le colline sopra Trieste

Dopo pochi minuti si prende a sinistra (segnavia 49) scendendo per un canale roccioso che immette nel boschetto sottostante le pareti rocciose. Ancora pochi minuti di cammino in discesa ci portano ad un piccolo spiazzo con un tavolino in legno e delle panche, a destra l’attacco del primo tratto di ferrata (piccola targa sulla roccia).

Si tratta di un percorso che si snoda su uno sviluppo di circa 700 m per un dislivello di 100 m con una serie di passaggi attrezzati con cavo metallico e fittoni, che rappresentano le diverse difficoltà incontrabili sulle vie ferrate, abbiamo infatti: la cengia , il diedro, il tetto, e altri nomi forse un po’ curiosi come: il naso, spigolo del ferro da stiro, l’austriaco.

P.S.

A tutti i compagni/istruttori di corso, un grande saluto ed un arrivederci all’incontro finale per i doverosi commiati e consegna diplomi.

 

Mandi