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Carta Tabacco

09 — 18

11 settembre 2004

Alpi Carniche centrali

CAI 442a — Ferrata degli ALpini

Passo Cason di Lanza - 1552 m slm

Cima Zuc della Guardia — 1911 m slm

2h salita, 1h 30m discesa — Percorso ad anello

Difficoltà

Periodo

Sentieri

Partenza

Arrivo

Percorrenza

Monti

Andrea B., Fabrizio, Franco, Paolo — (Corso escursionismo avanzato—SAF Udine)

359 m

Dislivello max

Medio Bassa

Per la discesa si prende il sentiero, in parte attrezzato, che scende dal versante nord del monte, qui bisogna fare un po’  di attenzione  per l’inclinazione del pendio oltre che per lo scaricamento di pietre che potremmo provocare. Il sentiero perde velocemente quota fino ad arrivare ad un boschetto di mughi, dove la pendenza si riduce, ed in pochi minuti si raggiunge la sorgente a valle della conca percorsa  all’andata. Si prosegue a ritroso sul percorso della salita fino a giungere alla casera.

 

La sera dopo una “stupenda” cena tutti a …………… nanna.

Parcheggiata la vettura presso il rifugio Cason di Lanza, si prosegue in direzione della vecchia caserma sul sentiero 442a, che inoltrandosi in un rado bosco prende gradualmente quota. Si prosegue comodamente in dolce pendio per una ventina di minuti fino a raggiungere una vasta conca prativa la cui conformazione è dovuta alle antiche glaciazioni avvenute in passato.

Sulla destra, tra alcune rocce, sgorga una sorgente naturale dove nelle giornate particolarmente calde è piacevole darsi una rinfrescata, sulla sinistra invece crescono delle piante di mirtillo che degradano verso gli alberi. Siamo ora ai piedi dello Zuc della Guardia che ci sovrasta sulla sinistra.

Ignorando il segnavia vicino alla sorgente, proseguiamo costeggiando la conca sulla destra (sentiero ben visibile), fino a raggiungere il pendio che sale alla Forca di Lanza raggiungibile in poco tempo con un breve strappo agevolato da alcuni tornanti. Sulla forca alcune tabelle indicano i sentieri per lo Zermula e per il Salinchiet  oltre al sentiero che conduce all’attacco della Ferrata degli Alpini che si raggiunge scendendo leggermente attraverso alcuni resti di trincee della grande guerra.

Arriviamo ai piedi della ferrata, che parte lungo una parete quasi verticale, con una scaletta metallica ben ancorata alla roccia e con a fianco il cavo per l’assicurazione. La scaletta (4-5 m),  conduce ad un piccolo terrazzino dove rimane unicamente il cavo che prosegue lungo un’ampia scanalatura nella roccia, gli appigli sono comunque numerosi.

La salita è divertente e senza difficoltà elevate, ed in alcuni tratti è possibile, con attenzione, e sempre agganciati, provare ad arrampicare senza l’ausilio del cavo. Il percorso ha una durata di circa mezz’ora, attraverso passaggi esposti e spaccature nella roccia, bisogna fare un po’ di attenzione a non far cadere pietre al nostro passaggio. Raggiunta la cima non si può che provare una certa soddisfazione, sia per il percorso fatto, che per la visuale che ci si presenta davanti, vale la pena di soffermarsi per un po’.

P.S.

A tutti gli amici di “corso”, visitate le pagine “Monti da sfondo”  per poter scaricarvi le foto.

 

Mandi