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Carta Tabacco

18

24 agosto 2004

Alpi Carniche Orientali

C.A.I. 601—602

M.ga. Poccet 1360 m slm

Monte Schenone — 1950 m slm

2h 30m salita, 1h 30m discesa.

Presenza di forte vento e nuvole basse.

Difficoltà

Periodo

Sentieri

Partenza

Arrivo

Percorrenza

Monti

Andrea B., Fabrizio, Paolo

590 m

Dislivello max

Medio Bassa

Il sentiero prosegue con lieve pendenza appena al di sotto della cresta, sotto di noi un ripido pendio erboso che con le forti raffiche di vento induce a mantenere l’attenzione, in pochi minuti siamo in vetta (croce con libro di vetta), vi sono dei resti di fortificazioni ormai quasi completamente rasi al suolo, anche con le nubi il paesaggio e in ogni caso emozionante per il breve tempo che ci è concesso.

Arrivati a Malga Poccet dopo aver percorso la strada proveniente da Pietratagliata, si parcheggia e si prosegue a piedi per la strada forestale, (cartello di divieto di transito) usata come collegamento tra le varie malghe della zona, alcune delle quali ormai abbandonate.

Dopo aver lasciato i prati intorno alla malga la strada si immerge in un fitto bosco di alti abeti sul versante del Monte Poccet e dopo una ventina di minuti raggiunge il Ricovero Jeluz in uno spiazzo privo di alberi che domina i prati della conca sottostante. Il ricovero è un po’ malandato, alcune panche all’esterno sono state sfondate probabilmente dalla neve caduta in abbondanza questo inverno, all’interno ci sono tre brande con dei materassi piuttosto consumati, un tavolo e il camino.

Proseguiamo ancora per un pezzo di forestale fino all’altezza di una curva verso sinistra, dove c’è l’innesto con il sentiero 601 che prosegue invece a destra su di un prato pianeggiante (segnavia su di una roccia) che introduce ad un rado boschetto di abeti e ontani che man mano lasciano il posto ad una più ampia distesa di pini mughi. Il sentiero si insinua tra i mughi prendendo quota e superando un lieve costone che fa da spartiacque verso la conca successiva: un vasto pianoro di prati verdi che degradano verso Sella Bieliga.

Qui i mughi si aprono e il sentiero prosegue costeggiando un pendio roccioso, verso una piccola sella, nella parte terminale vi sono delle piccole frane che si superano con un po’ di attenzione. La giornata è piuttosto nuvolosa e giunti sulla sella, veniamo investiti da un forte vento piuttosto freddo, le cime sono coperte dalle nubi, ma decidiamo di proseguire.

In breve le nubi ci avvolgono ed il freddo si fa pungente così da indurci ad una rapida discesa che avviene per lo stesso percorso dell’andata. Volendo, ritornati alla piccola sella, si può proseguire verso est sul 602 che raggiunge la strada forestale sottostante presso Sella Bieliga e quindi ritornare al ricovero e alla partenza.